Chiarezza sulla fuga mortale
MACERATA – La tragedia del ragazzo sedicenne morto precipitando da diversi metri nel tentativo di fuggire dalla sede dell’Acsim in corso Cavour ha provocato prevedibili reazioni in città. La prima è del vice coordinatore regionale di Forza Italia, che chiede chiarezza sui fatti, mentre il consigliere comunale di An, Pierfrancesco Tasso solleva critiche sull’idoneità della sede a ospitare ragazzi con problemi. “Straziante”, è la definizione di Gianni Menghi. “E’ l’unico aggettivo per una vicenda che reclama un accertamento pieno della verità. Non può finire così, con richiami alla fatalità o con lo scaricabarile. Quel ragazzo rumeno merita giustizia. Tante domande sono per ora senza risposte soddisfacenti. Occorre verificare con rigore se dietro questa tragedia non vi sia quell’intreccio di leggerezze e omissioni che spesso emerge in casi simili, laddove manca il colpevole, eppure esistono responsabilità attribuibili tanto alla struttura interessata quanto agli enti che devono vigilare. Qui c’è un morto; se è giusto chiedere prudenza, è più giusto ancora pretendere verità e giustizia. Dall’Amministrazione comunale, che ha compiti precisi nel settore dei minori, ci si aspetta un contributo particolare di chiarezza sul passato e un impegno nuovo per il futuro”.
“Altrettanto esplicito è Tasso, il quale in un’interrogazione ricorda che “qualche mese fa, in un analogo caso, un altro giovane ospite della comunità è precipitato mentre si calava dal palazzo con una fune”. “Tali gravissimi incidenti – attacca – mettono in luce l’inadeguatezza della sede scelta dal’Acsim; troppi ragazzi ospitati in un appartamento di appena 130 metri quadri”. E siccome l’amministrazione comunale ha un rapporto di collaborazione on l’associazione, il consigliere comunale chiede “se il Comune ha elargito contributi economici all’associazione nel corso degli anni 2004 e 2005 e di che entità; quali azioni sono state intraprese a seguito della morte del ragazzo; se il Comune non ritiene sollecitare l’Acsim a trovare una sede più idonea e confortevole per svolgere la propria attività e infine se non si ritiene necessario, in caso di mancato reperimento di un’adeguata struttura, sospendere ogni rapporto con l’associazione”.
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