Accoglienza minori

Gli ingressi fino al 31.12.2006 sono stati 198 così composti : 23 ragazze e 175 ragazzi.
I paesi di provenienza sono i più disparati. Solo per citarne alcuni: Romania Albania, Macedonia, Marocco, Nigeria, Cina , Afghanistan, Ex Jugoslavia….
Questa è la situazione dal 2001 nelle strutture residenziali dell’A.C.S.I.M..
L’essere un’associazione multietnica che si occupa di problematiche legate all’immigrazione e l’esiguo numero dei minori italiani ospitati in questi anni hanno fatto si che molti dei servizi sociali invianti ci considerassero una struttura di accoglienza per “minori stranieri non accompagnati”.
I minori stranieri non accompagnati sono doppiamente svantaggiati: sono stranieri e figli di nessuno.
Per concludere vorrei illustrare brevemente la ricetta che l’A.C.S.I.M. ha inventato per allettare i suoi ragazzi:
1) Operatori conviventi perché la situazione sia quanto più simile a quella di una “famiglia normale” dove un padre ed una madre si occupano dei loro figli 24 ore al giorno e non a turni!
2) Operatori di ogni origine : perché la mediazione interculturale è fondamentale nei contesti multiculturali. Essa facilità nel compito di creare un ponte che porti all’instaurazione di un rapporto di fiducia ;
3) Percorsi di “Tirocinio formativo” per tutti i ragazzi che non vogliono o non possono essere inseriti in percorso scolastici: il “Tirocinio formativo” permette l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro.
Naturalmente il segreto sta nel condimento: tanto amore e desiderio di combattere insieme a loro per ottenere il riconoscimento del diritto ad essere un fanciullo.

 

Cos’è la Comunità.
 
La Comunità è il luogo che accoglie i minori allontanati dalla famiglia di origine su Decreto del Giudice del Tribunale per i Minorenni o con Ordinanza del Sindaco minori in stato di abbandono rinvenuti sul territorio. I motivi che possono provocare l’allontanamento del minore sono la grave trascuratezza, il maltrattamento o l’abuso a suo danno, accertati dall’indagine degli operatori psico-sociali dei servizi del territorio oppure lo stato di abbandono (art. 403 c.c.).
 
La specificità dell’A.C.S.I.M.
 
1)       Operatori conviventi perché la situazione sia quanto più simile a quella di una “famiglia normale” dove un padre ed una madre si occupano dei loro figli 24 ore al giorno e non a turni!
2)       Operatori di ogni origine : perché la mediazione interculturale è fondamentale nei contesti multiculturali. Essa facilità nel compito di creare un ponte che porti all’instaurazione di un rapporto di fiducia ;
3)       Percorsi di “Tirocinio formativo” per tutti i ragazzi che non vogliono o non possono essere inseriti in percorso scolastici: il “Tirocinio formativo” permette l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro.

Accoglimento, permanenza e dimissione degli utenti

Come si svolge il percorso educativo del ragazzo all’interno dell’A.C.S.I.M.?
 
La permanenza media di un minore nelle nostre Comunità è varia.
Il percorso educativo che il bambino segue al suo interno si può suddividere in tre momenti differenti:
  • l’accoglimento
  • la permanenza
  • la dimissione
 L’Accoglimento è particolarmente delicato:
  • il ragazzo, perfino quando può vivere con sollievo l’allontanamento da un ambiente familiare violento e troppo carente, vive intensi sentimenti di dolore legati alla separazione e alla preoccupazione verso i suoi cari che ha lasciato.
  • Spesso non sa quanto durerà la separazione dai familiari, se potrà rivederli regolarmente, se i genitori subiranno sanzioni penali per il loro comportamento e così via.
  • I ragazzi che hanno lasciato la famiglia di origine e il paese di origine vive la dolorosa esperienza dello “sradicamento” .
  • La Comunità lo accoglie, mettendolo in salvo da situazioni di rischio per la sua incolumità psico-fisica, lo accudisce, lo rassicura, lo mette in contatto con adulti comprensivi e competenti e gli dedica una grande attenzione per comprendere le sue risorse e le sue difficoltà, per facilitare la relazione e la convivenza con gli altri ragazzi del gruppo.
 La Permanenza
 
Nella seconda fase di permanenza all’interno delle Comunità – quella dell’accompagnamento educativo – il supporto psicologico è incentrato sull’idea di restituire al ragazzo la fiducia in se stesso e nell’adulto, di aiutarlo a ritrovare il rispetto di sé, l’autostima, la voglia di crescere e di sviluppare le sue capacità cognitive, affettive e sociali, nonché di avviarlo al recupero di una sana socializzazione e porre le basi per l’inserimento sociale.
 
La Dimissione
 
Il momento della dimissione è carico di ansia e di emozioni, qualunque sia la destinazione del ragazzo, dopo il suo soggiorno in Comunità: rientro nella sua famiglia, inserimento in una famiglia affidataria o adottiva, passaggio ad altra struttura educativa, intraprendere una nuova vita da solo.
 L’educatore informa il ragazzo delle decisioni del giudice e quindi dei passi che egli dovrà affrontare. Accoglie le sue reazioni e lo accompagna verso la nuova tappa sostenendolo e rassicurandolo.

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